20 Gennaio 2012. Discussione su università, cooptazione e resistenze con Giulio Palermo

Nella comune convinzione che Università, Ricerca e Innovazione costituiscano una priorità per il futuro del Paese, Confindustria e Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, nell’ambito di una consolidata collaborazione, intendono avviare nei prossimi 12 mesi otto azioni strategiche per il rafforzamento del rapporto tra Università e Impresa.” 

Dall’accordo Crui-Confindustria siglato a Novembre 2011 

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Alcune note sulla Lega e il neofascismo italiano

Noi che siamo Celti e Longobardi, non siamo merdaccia levantina o mediterranea! Noi la Padania: bianca e cristiana! bianca e cristiana! Quelli di Lepanto, con le bandiere, del cuore crociato, noi! noi che non diventeremo mai islamici; noi! noi seguaci di bossi, fino alla fine!
Mario Borghezio

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(in)Stabili come Monti

Negli ultimi due mesi c’è stata una sostanziale resa della politica a favore della finanza. Le forze partitiche, anziché affrontare la situazione, hanno, più o meno liberamente, rinunciato alle loro responsabilità delegando a terzi il compito di fronteggiare la situazione. Le ragioni di questa scelta “di non scegliere” della politica sono molteplici: incapacità dei singoli, pressioni esterne, convenienza elettorale che suggeriva di non prendersi direttamente la responsabilità di fronte a manovre durissime. Continua a leggere

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Il movimento dei lavoratori egiziani e la Rivoluzione del 25 gennaio

inseriamo un importante pubblicazione che ci hanno girato dei compagni (e ripresa anche daClash City Workers), in merito al ruolo dei lavoratori egiziani nella rivoluzione, ancora in corso, di Piazza Tahrir.
 

«E’ mezzanotte a Il Cairo», dice il reporter della BBC al radiogiornale delle dieci «e decine di migliaia sono ancora in piazza Tahrir. L’eco di un canto rimbomba incessantemente: ‘Via, via, via’. Ma questa volta non chiedono a Mubarak di andare via, ma al capo dell’esercito egiziano, generale Tantawi». Continua a leggere

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Tra crisi economica e crisi democratica

La crisi della politica Italiana che si va acutizzando nelle ultime settimane non è altro che la manifestazione di una crisi economica e sociale di dimensioni straordinarie e dalle radici lontane.
Gli equilibri e le dinamiche parlamentari e governative non potevano che essere scosse e rimescolate da fenomeni che eccedevano di gran lunga il loro sguardo miope e le loro ristrette capacità di azione.

scarica il pdf

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Rassegna 6/12 dicembre Reazioni alla Manovra

Mercati e Analisti Finanziari
LE RISPOSTE ALLA MANOVRA E AL PATTO EUROPEO
L’audizione del presidente della Banca d’Italia Ignazio Visco ad opera delle commissioni bilancio di Camera e Senato di Venerdì, così come riportate dal Sole24ore (non è ancora disponibile il testo integrale) (http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-12-09/visco-manovra-necessaria-fara-095737.shtml?uuid=AaZP3iSE) rendono limpido il senso di una manovra che ha scontentato così tanti e dagli effetti contraddittori: la riequilibrazione dei conti e il raggiungimento del pareggio di bilancio sono l’assoluta priorità.
Viene quindi accolta bene, nonostante la previsione dell’effetto recessivo: <«hanno effetti restrittivi sul Pil, stimabili in mezzo punto percentuale nel prossimo biennio». Tuttavia, dice Visco, «l’impatto potrebbe essere in larga parte compensato se il calo dei rendimenti sui nostri titoli decennali osservato nei giorni immediatamente successivi all’emanazione del decreto si confermasse e si estendesse all’intero arco della curva per scadenza»>>

Il governatore della BdI esprime qualche perplessità sull’aumento delle tasse e sull Continua a leggere

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rassegna 15-20 novembre 2011

Il Big Business

Una volta finito il fantasma di Berlusconi e soprattutto quello della “politica bloccata”, la stampa del big business nazionale ed internazionale si concentra sugli squilibri strutturali fin’ora oscurati dagli “irresponsabili siparietti politici”. Si scopre così che i problemi dell’eurozona eccedono di gran lunga le dinamiche di un ceto politico incapace di prendere decisioni impopolari. Il dito è puntato principalmente sul comportamento della Germania che soffoca i tentativi della BCE di ridare fiducia ai mercati (limitandone, ad es., l’acquisto di titoli degli stati in difficoltà) e pone veti alla riforme delle istituzioni europee, come il mandato della BCE stessa.
Nonostante questo la necessità di un governo che prima di tutto garantisca la solvibilità del debito, attraverso tagli, dismissioni e aumenti della competitività (nonostante l’effetto deflattivo che questo possa comportare) non è mai messa in discussione. Anzi, non si fa che chiedere insistentemente alla politica di compattarsi attorno a questo programma di modo da dargli la legittimazione diffusa senza la quale sarebbe difficile la sua concreta attuazione. Continua a leggere

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rassegna 29-05 dicembre 2011

THE BIG BUSINESS

THE ECONOMIST
The Rating Games http://www.economist.com/node/21541027 
Nonostante il tentativo di Sarkozy di presentare una Francia forte e leader nelle trasformazioni in corso dell’Eurozona, il rating dei titoli di stato francesi è a serio rischio. La crescita è prevista dall’OCSE a non più dello 0.3% (contro la previsione dell’1% su cui si è basata la programmazione di politiche di austerity) e le aziende francesi stanno soffrendo una stretta creditizia. Il downgrading è sempre più probabile, con tutto quello che può significare in termini di sfiducia dei mercati.
La portata dello scontro è politica, visto che queste debolezze stanno rendendo Berlino protagonista sempre più indiscusso delle ristrutturazioni politiche della UE.
Italy’s new government: mountains still to climb http://www.economist.com/node/21541034
In questo articolo del 3/12 vegnono presentate le difficoltà dello scenario italiano: una politica onnipervasiva che potrebbe bloccare la macchina tecnocratica di Monti, il rischio che le manovre che verranno varate abbiano effetti recessivi. Continua a leggere

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rassegna 21-28 novembre 2011

Il Big Business

Una Germania che prende tempo mentre la barca sta affondando sembra la principale preoccupazione della stampa economica. Soprattutto per il credit crunch che potrebbe seguire all’eventuale crollo dell’Eurozona.
Le misure di austerity non sono mai messe in discussione e sono anzi richieste con sempre più forza, quello che si chiede è un’inizione di liquidità attraverso una riforma della BCE, piuttosto che grazie all’intervento dell’FMI o del Fondo Salva Stati.
Questa impostazione è perfettamente rappresentata da questo articolo del Wall Street Journal che riprende l’appena uscito “Global Economic Outlook” dell’OCSE: “OECD warns on Europe contagion” http://online.wsj.com/article/SB10001424052970203935604577065683401317106.htmlmod=WSJEurope_hpp_LEFTTopStories
vale la pena di dare una letta anche a questa lettera di Charles Wyplosz, presidente dell’International Centre for Monetary and Banking Studies al presidente della Bundesbank http://www.lavoce.info/articoli/pagina1002686.html
THE ECONOMIST
L’economist dedica la copertina al futuro incerto e dell’Euro e un’ampia analisi mostra la recessione quanto si stia sulla strada della recessione con il rischio di un vicino breaking-point già nei prossimi mesi che farebbe crollare l’Euro e genererebbe un gigantesco credit-crunch. Continua a leggere

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Fondo per lo studio – Fondo per il credito ai giovani

l’analisi del Collettivo808, scaricabile qui

Un libro sfugge alle mani di una giovane ragazza e sbattendo le sue pagine come ali di un leggiadra farfalla, s’invola. La ragazza precipitosamente lo segue, giù a capofitto per le scale un golfino al volo e l’occhio sempre al libro svolazzante. Dove va? Ecco siamo a Roma alla Sapienza, si siede sulle scale e il libro le si posa in grembo. Continua a leggere

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