rassegna 15-20 novembre 2011

Il Big Business

Una volta finito il fantasma di Berlusconi e soprattutto quello della “politica bloccata”, la stampa del big business nazionale ed internazionale si concentra sugli squilibri strutturali fin’ora oscurati dagli “irresponsabili siparietti politici”. Si scopre così che i problemi dell’eurozona eccedono di gran lunga le dinamiche di un ceto politico incapace di prendere decisioni impopolari. Il dito è puntato principalmente sul comportamento della Germania che soffoca i tentativi della BCE di ridare fiducia ai mercati (limitandone, ad es., l’acquisto di titoli degli stati in difficoltà) e pone veti alla riforme delle istituzioni europee, come il mandato della BCE stessa.
Nonostante questo la necessità di un governo che prima di tutto garantisca la solvibilità del debito, attraverso tagli, dismissioni e aumenti della competitività (nonostante l’effetto deflattivo che questo possa comportare) non è mai messa in discussione. Anzi, non si fa che chiedere insistentemente alla politica di compattarsi attorno a questo programma di modo da dargli la legittimazione diffusa senza la quale sarebbe difficile la sua concreta attuazione.  
 IL SOLE 24 ORE
La borghesia italiana, dopo essersi liberata di Berlusconi, fa finalmente i conti con la borghesia tedesca. E’ infatti principalmente la strategia tedesca, interprete di un asse internazionale (che non comprende più la Francia, ma Austria, Olanda, Finlandia, Lussemburgo in diversa misura) non disposto a rinunciare al suo ruolo privilegiato, ad impedire l’uscita equilibrata da questa empasse. Gli articoli più “politici” che vanno in questa direzione:
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11-15/berlino-parigi-scarichino-loro­075946.shtml?uuid=Aa3y0dLE http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-15/inerte-nome-dogma-teutonico-063636.shtml? uuid=AajzpcLE http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-17/dovere-fare-064406.shtml?uuid=Aa5D5DME http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11-18/servono-mosse-berlino-082810.shtml?uuid=AaDmWXME
Il fatto che invece le politiche di austerity possano non essere in grado comunque di risolvere la situazione (se non addirittura di aggravarla) e che i mercati stiano reagendo a questo è a malapena preso in considerazione. Mentre che il sistema finanziario internazionale soffra di distorsioni ancor più profonde che superano anche gli squilibri dell’eurozona non merita neanche una menzione. Esemplare in questo senso la richiesta di riforma della BCE di modo che possa operare (ennesime!) manovre di “Quantitative Easing”. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11­16/quantitative-easing-anello-mancante-063840.shtml?uuid=AafeGvLE
Interessante dibattito sulle caratteristiche democratiche del nuovo governo: questo viene visto in sostanza come figlio di una viziosa competizione elettorale incapace di prendere le decisioni necessarie per colpa di veti incrociati. Da qui la necessità di bypassare questa forma di esercizio della democrazia, rimanendo però all’interno delle regole democratiche stesse: la situazione è infatti frutto del legittimo operato di Napolitano (che pare aver avuto il merito di proteggere il bipolarismo da se stesso http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11­15/colle-protagonista-solco-costituzionale-082909.shtml?uuid=AaeMceLE) e continua a vedere il parlamento protagonista.
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11-15/governo-politico-emergenza­063852.shtml?uuid=AaxarcLE http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-18/unitalia-diversa-prova-232628.shtml?uuid=AaidbmME
Non mancano ovviamente i vari richiami alla “coesione sociale”. Contro gli interessi “localisti”: http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-17/ponti-solidi-contro-egoismi-224108.shtml?uuid=AaOHgUME
Contro la “protesta a prescindere, di chi critica non sapendo cosa critica”. Ridicola caricature di un movimento studentesco accusato di minare il riformismo di un governo che li può salvare dalla scure del debito pubblico che pende sugli stessi giovani più lo spread si accumula. Senza sapere perchè protestano, “la solita italietta”. http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11-19/quel-riflesso-condizionato-protesta-091543.shtml?uuid=AaB3UpME Contro gli interessi corporativi http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-16/tutto-insieme­tutto-presto-063621.shtml?uuid=Aa7wEvLE
Su quali siano le riforme necessarie c’è da divertirsi. Merito, competitività, flessibilità, le doti che il sistema formativo dovrà coltivare per creare la classe dirigente del futuro che dovrà competere con i cinesi:
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti-e-idee/2011-11-19/quel-riflesso-condizionato-protesta­091543.shtml?uuid=AaB3UpME
Più in generale si vedano i manifesti per l’Italia e per l’Europa: alla prima si chiede ipercompetitività liberista tra ogni individuo/impresa (ma sappiamo che ormai non c’è differenza, siamo tutti capitale umano!) fino allo sfinimento (età pensionabile a 70 anni entro il 2020!), alla seconda una politica economica comune, quindi un maggiore accentramento istituzionale e delle decisioni. http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-11-16/priorita-crescita-europa­misure-220654.shtml?grafici&uuid=AaD8SCME
THE ECONOMIST 19-26/11 (TE)
The German Problem http://www.economist.com/node/21538755/print Benchè non neghi la pericolosità della strategia tedesca, l’Economist è molto più cauto della borghesia italiana nel denunciarne l’opportunismo. Esemplare questo passaggio “Each route has risks, but both are exaggerated by the German dogma. With demand weak and the fiscal vice tightening, it is hard to see an imminent danger of inflation”. Come se il problema fossero i capricci ideologici antiinflazionistici…
Full Monti (in allegato) Anche per l’Economist il problema principale sono i residui di politica “populista” che si potrebbero frapporre alle riforme di cui il tecnocrate Monti sarebbe straordinario interprete.
Step by Step to Disaster http://www.economist.com/node/21538701/print Ottimo per farsi un’idea del mondo fatato in cui vivono i liberisti: la Germania è un paese virtuoso che fa bene a chiedere rigore ai paesi “morosi”, giustamente commissariati da governi tecnici. Ma ora garantisca di voler salvare l’eurozona permettendo alla BCE di prendere le misure del caso.
WALL STREET JOURNAL (WSJ)
Italy’s Debt Woes,30 Years in Making
http://online.wsj.com/article/SB10001424052970204517204577044213359921458.html
Interessante questo articolo del Wall Street Journal, che tenta di ampliare lo sguardo sui determinanti del debito italiano. Esce fuori che questo è stato il frutto principalmente della politica antinflazionista della Banca d’Italia negli anni ’80. Ma guarda un po’! Peccato che ovviamente non si traggano le conclusioni politiche del caso (tantomeno lo fa Giannino su Radio24 che se la prende, ovviamente, con il clientelismo Craxiano).

Repubblica, Corriere, Il Fatto Quotidiano

Repubblica senza più il proprio antagonista prediletto Silvio Berlusconi, rimane senza un linea economica (prima era applicazione immediata lettera BCE in contrapposizione con la lentezza e l’indecisione -per le necessità populiste- del governo berlusconi ). Significativo il passaggio dal sostegno della proposta di trasformare la BCE in”lender of last resort” del 16/11 all’approvazione della decisione di Monti di portare in europa il mantenimento dell’attuale forma della banca centrale. I Dossier giornalieri sulle future manovre di Monti, mostrano un clima di trepidante attesa per le mosse del governo, una sostanziale accettazione acritica del goveno tecnico che deve “salvare” l’italia. Il fatto quotidiano insiste sul conflitto d’interessi di Passera, ma non pone nessuna critica alle prospettive economiche e ripropone alcune analisi dellavoce.info, che nelle settimane passate Repubblica citava di frequente (e ancora con gli editoriali di tito boeri). Anche il Corriere, considera, la svolta al governo come democratica e legittima, ma sopratutto grande opportunità per “fare le cose difficili e impopolari”. Ognuno dei quotidiani limitando molto la propria critica, cerca quasi esclusivamente di identificare i propri lettori con la propria linea editoriale (ad ogni modo questi nuovi sono meglio, perchè sono più presentabili!), compiacendo la propria comunità di lettori/buoni. [Nota: tutti gli articoli compare un estratto e il link al sito del quotidiano se reperibile o a trascrizioni su altri siti web se tratti dalla versione cartacea]
REPUBBLICA 
1. Tutti gli studiosi sono d’accordo
[…] La proposta è anche una sonora bocciatura per l’Efsf, strumento ucciso dai troppi veti e dalla burocrazia Sette esperti, un’unica ricetta anti-crisi: trasformare Francoforte nell’erogatore del credito ai governi di Eurolandia Gli studiosi sono d’accordo: alla Bce va attribuito a pieno titolo il ruolo di “lender of last resort” perché è l’unica che può risolvere il nodo del debito senza complesse operazioni di ingegneria finanziaria […]
2. Il miracolo di Mr. Spread […] LA “DEMOCRAZIA dello spread”, tra storture e paure, ha generato un piccolo miracolo. Quello che nasce dalle macerie del berlusconismo è un buon governo del Presidente. La sua qualità tecnica è da elogiare. La sua intensità politica è da dimostrare. Ma se l’Italia ha ancora una chance per salvarsi, quella si chiama Mario Monti.[…]
3. Conflitti d’interessi e poteri forti Tito Boeri […] Un primo risultato il governo Monti lo ha già ottenuto: lo spread fra i titoli decennali italiani e spagnoli si è ridotto al solo cambiamento di governo […]
Il neuro e il seuro. Sdoppiamento della moneta unica 4. […] la divisione in due della moneta unica. Da una parte il neuro, l`euro del Nord, con dentro i paesi più virtuosi: Germania, Benelux, Finlandia, Austria, Slovenia e (forse) Slovacchia ed Estonia. Dall`altraun euro del Sud (il seuro) -«svalutato anche del 30%», calcola Francesco Daveri, professore di economia all`università di Parma- per i “ripetenti” del continente: Italia, Spagna, Portogallo, Cipro, Malta e Grecia. In mezzo la Francia. Candidata per grandeurnazionale e rating attuale – la triplaAa un posto in serieAma destinata, dicono tutti, afar da capoclasse agli indisciplinati, finanziariamente parlando, alunni della serie B. I vantaggi? Gli sponsor del piano non hanno dubbi: «L`area seuro potrebbe stampar moneta, rendere più competitive le sue esportazioni e rimettere a posto i bilanci fuori dalle maglie strette del supereuro attuale», è la teoria di Hans Olaf Henkel, expresidente della Confindustria tedesca.Evitando il trauma di un ritorno a dracma e lira. Berlino & C. – è sottointeso – manderebbero giù il boccone amaro della perdita di competitività sul fronte dell`export con la soddisfazione di non doversi far più carico del salvataggio dei brutti anatroccoli dell’Unione. «Se Italia e Grecia finissero sull`orlo del default -ha ammesso l`economista Luigi Zingales-, l`opzione meno costosa sarebbe sdoppiare l`Eurozona, evitando fallimenti a catena».[…]
CORRIERE
1. Tirare dritto badare al sodo. di Antonio Polito […]Più che della politica e dei mercati, il governo Monti, se e quando nascerà, sarà invece l’effetto di un vasto moto di opinione pubblica. Composto, per la prima volta insieme dopo tanti anni, da chi non ha mai votato Berlusconi e da tanti che l’hanno sempre votato ma ora chiedono a qualcun altro di tirarci fuori dai guai, perché il loro beniamino se n’è dimostrato incapace. Questo consenso non partisan, registrato dai sondaggi e non certo attribuibile né alla popolarità di Monti né al suo appeal mediatico, è un fatto nuovo e altamente positivo, anche se condizionato e a tempo. È una prova di maturità del Paese che offre una provvidenziale finestra di opportunità per fare le cose difficili e impopolari che vanno fatte. Il premier incaricato, nel comporre il suo dicastero, deve esserne consapevole e deve farsene forza. Oggi quella opinione pubblica gli chiede di non accettare veti dai partiti, e di fare così in fretta da non autorizzare neanche il sospetto che li stia accettando. […]
Echi dalla palude di Gian Antonio Stella 2. […]Dicono i sondaggi Ipsos che gli italiani hanno fiducia in Monti nonostante il 93% sia convinto che chiederà sacrifici. Anzi, la maggior parte lo stima d’istinto proprio perché «non sa e non gli interessa sapere» se è un po’ più di destra o di sinistra. È un patrimonio enorme, che sarebbe un delitto sprecare. Questione di stile. Credibilità. Serietà. Le sbandate della Borsa, gli attacchi speculativi, l’altalena degli spread , però, dicono che il premier incaricato deve dimostrare subito che si cambia pagina.[…]
Macché complotto, è colpa nostra. 3. Mucchetti […] La verità è che, con il sostanziale default della Grecia, è venuto meno il principio per cui le obbligazioni degli Stati dell’Eurozona erano prive di rischio. In assenza di interventi che riportino le lancette dell’orologio allo status quo ante, i mercati ormai pretendono un premio al rischio anche sui titoli di Stato: un premio proporzionato alle probabilità di insolvenza del debitore. Queste probabilità di fallimento vengono calcolate sulla base di due parametri: la crescita del Pil e l’ammontare del debito.[…]
4. Scomode Verità Michele Salvati [….] Ciò che realisticamente ci attende, se le cose vanno bene, è il rigore e—speriamo— una buona dose di equità, ma per la crescita occorrerà attendere: questo è il discorso di verità che andrebbe fatto agli italiani, per evitare continue recriminazioni che la crescita non arriva. Ma soprattutto è un discorso che andrebbe fatto in Europa. Se la crescita stenta ad arrivare e se ad essa sono legate le aspettative degli acquirenti del nostro debito pubblico, siamo spacciati: possiamo permetterci qualche emissione al 7 per cento, ma non un onere medio del debito a quei livelli. Non ce la faremmo mai a ripagarlo e la crisi di liquidità si trasformerebbe in una crisi di solvibilità che travolgerebbe l’intero sistema monetario: una grande riforma europea che elimini la stupida politica del too little, too late che ha già rovinato la Grecia è ancor più urgente delle riforme interne che il governo sta disegnando. […]
5. I passi necessari. Dario Di Vico […] Spenta l’eco degli applausi è lecito però raccomandare al governo, in nome dell’efficacia dell’azione di contrasto all’emergenza finanziaria, di non limitarsi al consenso della platea sociale di intonazione riformista. Il successo del percorso di risanamento non può prescindere dall’orientamento del ceto medio e dai riflessi che ha sui comportamenti dei partiti dell’ex maggioranza. Non a caso il presidente del Consiglio ha escluso tra le misure indicate ieri quella tassa patrimoniale che avrebbe creato sconcerto in larghi settori dell’elettorato di centrodestra e non solo in un ristretto circolo di super ricchi [..]
IL FATTO QUOTIDIANO
Seguendo solo la versione on-line, si può trovare su alcune questioni, una certa molteplicità di posizioni (attraverso i blog), sono però solitamente posizioni limitate su argomenti ristretti. 1, Melinda e Melinda. Travaglio […] tagliare subito, drasticamente, i costi, i privilegi e le illegalità delle caste e delle cricche, mettendo all’ordine del giorno subito una draconiana legge sul conflitto d’interessi (Passera permettendo); e solo dopo imporre sacrifici ai cittadini comuni e spiegarli col disastro ereditato dal governo B. (altro che non andare in tv, come qualche sciocchino ha auspicato). In caso contrario, nel giro di pochi mesi, il governo tecnico ci restituirà B. e Bossi come nuovi.[…]
Le infrastrutture secondo il governo monti.2.  Marco Ponti […] Allora sembra urgentissimo dare forti segni di discontinuità rispetto alla logica delle grandi opere berlusconiane, soprattutto in termini di trasparenza: confrontare tra loro i progetti sul tavolo con analisi costi-benefici, e esplicitare chi e quanto alla fine pagherà. Infine c’è il problema di spendere i pochi soldi pubblici che ci saranno, con forti contenuti anticiclici: meglio allora concentrarsi sulle “piccole opere”, ad alta intensità di lavoro (ad esempio le manutenzioni), meno visibili politicamente ma molto più efficaci e utili.[…]

I Reazionari 

La linea comune delle testate reazionarie da me lette questa settimana è sicuramente quella di criticare il neo governo Monti, seppur con sfaccettature diverse.
IL FOGLIO
è sicuramente quello più duro .Ferrara si lancia in una strenua difesa, con metafore di caporetto dello spirito del mondo berlusconiano. Si sostiene in più punti che l’abbassamento dello spread con la fine di Berlusconi sarebbe stata una stronzata ( faccio notare che ieri 21 novembre) le borse sono crollate. Inoltre sottolineano come tutti i piigs che sono andati a votare stanno meglio. Insomma classica linea pro Berlusconi e inno al caos ora che al suo posto ci sono i rappresentanti di quel sistema bancario che tanti problemi ci sta causando.
Gli articoli:
-“Proposta: fiducia a Monti solo se dice di no a una Bce tedesca”, di Giuliano Ferrara 15/11
-“Pessimo Esordio” di Giuliano Ferrara, 17/11
-“Una tremenda, inappellabile vergogna” di Giuliano Ferrara, 20/11
-“Ricordate i Piigs? Cinque ragioni per cui votare in Italia non era una follia” di Claudio Cerasa.
IL GIORNALE
forse perchè di proprietà della famiglia Berlusconi ( cogliendo cioè l’inopportunità di feroci attacchi di Berlusconi contro Monti) usa una linea più sottile, da un lato scannerizzando la vita di monti per mostrare che è parte di quel sistema che ha causato le voraci che ora lui stesso dovrebbe sistemare, dall’altro facendo notare l’inutilità politica di ammucchiate di partiti come quella che ora garantisce la maggioranza al Professò. Poi però basta leggere Porro negli articoli economici e si scoprono subito tutte le carte che rivelano la volontà di attaccare frontalmente il nuovo governo.
Gli articoli:
-“Ecco chi è davvero Mario Monti” di Marcello Foa 21/11
-“MA L’AMMUCCHIATA NO” di Alberto Taliani 10/11
-“Un boccone amaro, ma il Pdl tiene” di Redazione 18/11
-“Effetto Monti: un flop” di Nicola Porro 15/11
-“Le banche d’affari ormai sono rimaste senza più affari…” di Nicola Porro 19/11
LIBERO
riprende sostanzialmente il Giornale. Da leggere il delirio di Pansa.
-“L’Italia può salvarsi sulla zattera di Monti” di Gianpaolo Pansa, 20/11
COMMENTO: a me sembra che i reazionari debbano ancora decidere una linea. Prima della ufficialità del Governo Monti erano tutti uniti nella critica più aspra, gridando all’”attentato alla democrazia” . negli articoli della scorsa settimana l’unico che si concentrava più sulla luna che sul dito, e cioè che fin da subito guardava al nuovo Monti più che piangere il vecchio Berlusconi, era Porro del Giornale, che , in linea mi par di capire col Sole 24 Ore, si è accorto fin da subito che caduto il problema Berlusconi ora sorge ( per meglio dire diventa prioritario) quello dei rapporti di forza fra le borghesie dei “grandi” d’Europa ( Germania in primis).
A me sembra che , con l’ufficializzazione del Governo Monti, i reazionari siano andati un po’ alla deriva : il Foglio impazzito che spera di diventare il faro dei più strenui difensori di Berlusconi ( quasi a fare una Repubblica di Arcore) ; mentre il Giornale e Libero più sull’attenti a capire che spazi si aprono per loro. Bisognerà attendere qualche giorno.

Sinistra “Elettorale”

VENDOLA
Vendola vorrebbe farsi portavoce di una vera “sinistra democratica”, fatta di diritti, e di eguaglianza, di mercato sostenibile e stato sociale..ma come? stando con il piede in due scarpe: da una parte criticando il governo tecnico, vuole rassicurare un elettorato della sua integrità ideale e politica ….“sotto l’abito buono decoroso che indossa questo governo vorremmo vedere il corpo di un cambiamento reale, di una discontinuità con il passato”, dall’altra però definendo il governo come “a tempo” – non più di tre mesi -fa pressione e si dispera richiamando nuove e vicine elezioni, in cui lui e l’amico Bersani, e Di Pietro, facciano l’alternativa, la futura componente di maggioranza da cui ora è escluso. Sicuramente questa è una posizione scomoda poiché è difficile giustificare quella discontinuità fino alla settimana prima tanto sbandierata (patrimoniale, -tassazione rendite finanziarie -abbattimento spese militari) cercando alleanze con chi (Pd) con inesistente capacità politica è ancora follemente ubriaco dalla disfatta del cavaliere. L’ombra di Berlusconi non è agenda solo di centro-destra: Vendola, con una retorica populista tira di continuo una linea di demarcazione dal berlusconismo, onnipresente nella classe politica che l’ex premier ha lasciato alle spalle, presente e futuro nemico da combattere (sembra così speculare alla vecchia retorica berlusconiana del nemico da combattere, i comunisti), e sulla notizia della fiducia al governo Monti, ritorna all’ombra dell’ex-premier “un passato che resiste, che dura che potrebbe tornare a danzare”. http://www.nichivendola.it/sito/mcc/informazione/il-governo-e-i-fantasmi-del-passato.html http://www.sinistraecologialiberta.it/comunicati-stampa/governo-monti-nichi-vendola-sel/ http://www.sinistraecologialiberta.it/documenti-territoriali/sulla-transazione-politica-attuale/
FERRERO
“Con Monti c’è un cambio di stile, di toni, ma non di contenuti”, così il leader di Rifondazione imita il suo vecchio compagno di partito Vendola; poi torna a parlare di poteri forti “governo espressione di poteri forti che propone un programma dei poteri forti” il problema per Ferrero è che non c’è nessun cambio di ideologia e il rischio è riprodurre un sistema in fallimento in cui la crisi si aggraverà, senza colpirne il centro strategico, l’Europa.
http://www.liberazione.it/news-file/Paolo-Ferrero—Con-Monti-la-crisi-si-aggraver–.htm
Intanto c’è chi parla del reclutamento della sinistra intellettuale, a partire da voci autorevoli del pensiero critico della sinistra, il più contestato Marco Revelli, che ha scritto sul manifesto del 17 novembre che bacerà il Rospo Monti, a causa di assenza di alternative:
“…politicamente, mi rendo conto che al suo governo non ci sono alternative. Che il suo ingresso a Palazzo Chigi ha il senso di un’ultima chiamata, oltre la quale non c’è un’altra soluzione politica possibile, ma solo il vuoto in cui tutti, nessuno escluso, finirebbero per schiantarsi (l’insolvenza dello Stato, la sospensione del pagamento degli stipendi ai dipendenti pubblici, il blocco del credito bancario, la paralisi del sistema produttivo, da cui una astrattamente desiderabile campagna elettorale non ci avrebbe messo al sicuro, anzi…). Non so se la nascita del suo governo sarà sufficiente a metterci al riparo, almeno temporaneamente, dalla tempesta che ci infuria intorno. Ma so che ne è ­anche sul piano dello stile -la condizione necessaria”.
Revelli ha ricevuto le critiche aperte da -Liberazione in un articolo di Tonino Bucci, il quale sostiene tale presa di posizione coincide con quella di una sinistra più larga; -dallo stesso Manifesto, il quale ironicamente pone la domanda “e se questi fossero rospi allucinogeni?” ­-da intellettuali come Brancaccio che dice “Marco Revelli, degnissima persona e confusissimo intellettuale” -e da Mario Pezzella il quale pone la questine come centrale
“…..scrive Marco Revelli che sta crollando la “realtà immaginaria, parallela, fantasmagorica e totalizzante” diffusa dal berlusconismo; ma non si dovrebbe dimenticare il rischio che sia distrutta insieme ad essa la più elementare e generale immaginazione democratica. Come unica alternativa alla democrazia spettacolare si propone il radicale ascetismo del nuovo potere tecnocratico; a cui si dovrebbe sacrificare tutto, anche gli embrioni di democrazia insorgente che si erano diffusi negli ultimi mesi, dal referendum in poi. La “dittatura commissaria” di Monti viene accettata come il male minore e necessario, per “riallineare” l’Italia agli altri paesi europei, permetterci di trattare da uguali con Francia e Germania. Ma è questo il compito della attuale dittatura commissaria? O non piuttosto quello di gestire una colonizzazione e una subordinazione accettate come inevitabili, evitandoci (forse) gli estremi rigori riservati alla Grecia? Monti dovrebbe – dice Revelli – “riavvicinarci alla crisi degli altri”, a una “temporanea normalità”. Ma come riconosce egli stesso questa temporanea normalità è in realtà una corsa verso la catastrofe, mentre lo spread degli “altri” (Francia e Spagna, ad esempio), in rialzo pauroso, rischia di vanificare qualsiasi misura economica presa dal nostro governo nazionale. Cosa vuol dire temporaneo n queste condizioni? .
http://www.emilianobrancaccio.it/2011/11/17/lunica-cosa-da-fare/ http://www.liberazione.it/news-file/Quelli-che-baciano-il-rospo-quelli-che-no-e-quelli-che-forse.htm http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/5887/
http://www.sinistrainrete.info/politica-italiana/1713-mario-pezzella-dopo-il-carnevale-la­quaresima.html

I Movimenti

INFOAUT (IA)
L’area Infoaut propone una sua interpretazione sulle cause che hanno portato alla caduta del governo Berlusconi, suddividendole in fattori esterni e interni. Quelli esterni sono chiaramente la crisi globale e in particolar modo il suo sfociare attualmente nella crisi del debito sovrano; quelli interni sono individuati nella erosione della base dell’elettorato di Berlusconi attraverso un disaffezionarsi di una buona fetta di esso alla cultura mainstream da quest’ultimo impostata, tutta improntata a mettere “direttamente il potere di connessione sociale della televisione generalista su un terreno politico istituzionale a servizio dell’evoluzione dei progetti interni di impresa”. Dà quindi una versione della parabola politica di Berlusconi impostata esclusivamente come funzionale agli interessi privati del gruppo Mediaset e della galassia di imprese attorno ad esso rotanti; conseguentemente, deduce che i margini di azione di un governo che si deve fare portavoce di una parte ben definita e limitata di capitale nazionale possono non permettere che modifiche richieste ai livelli più alti dell’economia, ossia al livello europeo, possano venire attuate, poiché semplicemente contrastanti con gli interessi di cui il governo stesso si fa portavoce e rappresentante. Si giunge a conclusione che “il berlusconismo, che ha plasmato la morfologia dell’asse centrale della società italiana per un ventennio, è piccolo capitale rispetto alle forze globali che si stanno agitando su questo scenario”.
Si suggerisce così la lettura che il governo Monti si ponga in maniera antitetica a Berlusconi e sia stato formato proprio per rispondere e ovviare alla inadeguatezza di questo di fronte alle modifiche strutturali richieste dalla situazione attuale, ed è necessario dunque che esso persegua il “tentativo di coniugare questa missione pericolosa [delle ricette europee imposte dall’esterno], dettata dal cielo dei grandissimi capitali, con quanti più interessi nazionali possibili.”
[Lunedì 14 Novembre 2011 -Dopo Berlusconi. C’è vita oltre lo spread? -http://www.infoaut.org/index.php/blog/prima-pagina/item/3197-dopo-berlusconi-c%C3%A8-vita-oltre-lo­spread]
SENZA SOSTE (SS)
A contrario, Senza Soste riporta l’analisi apparsa su http://www.comidad.org/, che sostiene invece che: “che ci sia stata una cospirazione internazionale per far cadere Berlusconi appare […] irrealistico, data l’inconsistenza umana e politica del personaggio e dato, soprattutto, il suo inossidabile servilismo nei confronti dei poteri internazionali che contano […] Chi è stato poi a nominare un altro uomo di Goldman Sachs, Mario Draghi, alla suprema carica della Banca d’Italia nel 2005? Guarda la combinazione: è stato il governo Berlusconi […]”. Si avanza poi in’interpretazione quantomeno originale e degna di attenzione: Affermano: “Si è detto che[…] a far cadere Berlusconi, sia stata la “globalizzazione dei mercati”. Quando non si sa, o non si vuole, fare cronaca, allora ci si improvvisa storici da strapazzo. […] A far cadere Berlusconi ci ha pensato il centrodestra di opposizione, e per la precisione l’UDC. Ad ottobre, al seminario di Todi, le organizzazioni del laicato cattolico, compresa la CISL, hanno riconfermato la loro presa di distanza dal governo, facendo intendere che il loro sostegno elettorale ormaiera finito […] A giudicare dal numero di ministri di area cattolica nel governo Monti, non si può dubitare che l’UDC ed il Vaticano siano stati i manovratori di tutta l’operazione”.
[Giovedì 17 NOVEMBRE 2011 -Goldman Sachs succede a Goldman Sachs e Silvio torna utile per la psywar -http://www.comidad.org/dblog/articolo.asp?articolo=458]
CONTROPIANO (CP)
Sulla situazione dei mercati europei e internazionali, Contropiano preme sulla necessità di ragionare sulla struttura e lo statuto della BCE, che le consente un controllo sui prezzi ma non la facoltà di fare da prestatore di ultima istanza per gli Stati europei in difficoltà.
In particolare su come si sta muovendo la locomotiva Germania, le misure da essa (più che avanzate), pretese, e la ratio ad esse sottesa, vi è una forte critica che proviene anche da MARX 21 a firma Giacché per il fatto che la Germania ora non vuole una aumento dell’inflazione che aiuterebbe i Paesi in difficoltà e pretende che venga portata avanti in essi una politica di austerity ancora più profonda; ma così facendo l’unione monetaria di qui a breve sarà messa in seria discussione, e ciò va contro gli stessi interessi della Germania, che “è il paese che in assoluto ha maggiormente beneficiato dell’Euro”.
[Giovedì 17 novembre 2011 -Vladimiro Giacchè: Il governo Monti non è la soluzione. Serve una vera svolta politica ed economica -http://www.sinistrainrete.info/politica-economica/1706-vladimiro-giacche-il-governo-monti-non-e-la­soluzione-serve-una-vera-svolta-politica-ed-economica.html]

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