Cosa ci dice l’andamento dello spread?

Il differenziale di rendimento tra i titoli di stato a lungo termine italiani (Btp) e tedeschi (Bund), il famoso spread, cala sempre più, così come il professor Monti aveva annunciato. Eppure la recessione peggiora e il decreto “salva-Italia” di Dicembre sembra averla tutt’altro che frenata (secondo molti addirittura alimentata). Che sia per la fiducia nelle manovre a venire?

Forse allargare un po’ lo sguardo può aiutare a situare meglio la questione.

Innanzitutto la manovra della BCE di garantire alle banche prestiti con un tasso dell’1% a fronte di rendimenti al 6% dei titoli di stato (la cosiddetta Long Term Refinancing Operation) sembra star ottenendo finalmente l’effetto sperato, come sostiene quest’articolo dell’Economist, che tenta di capire perché stia funzionando solo adesso. Un’indicazione interessante sembra essere questa: Banks may also be more inclined to use the February auction to finance sovereign-debt carry trades following assurances from the EBA that it will not mark down the value of government bonds in its next round of stress tests. In pratica ci sono spintarelle non indifferenti dalle cosiddette “autorità” garanti.

Il recente accordo europeo sembra poco influente in merito alla stabilità complessiva dell’Eurozona, ma potrebbe esser stato comunque significativo a riguardo nel dirottare l’attenzione e il timore di un default dall’Italia ad altri paesi più a rischio, come Grecia e Portogallo.

Ciò non toglie che l’autorevolezza oracolare del presidente del consiglio ne esca rafforzata e guadagnino ulteriore legittimità le annunciate e blindatissime riforme.
Per una straordinaria analisi dei meccanismi di egemonia culturale del pensiero unico liberista in questa fase consigliamo caldamente quest’ottimo articolo del compagno Nique la Police su Senza Soste: http://www.senzasoste.it/nazionale/orwell-in-italia-e-il-calo-dello-spread

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